Pubblicato in: Alternanza scuola lavoro

IL MONDO DEL VOLONTARIATO A 360° CON MARZIA BIANCHINI

L’educatrice ed esperta di volontariato internazionale ha incontrato alcune classi del linguistico nell’ambito del percorso di alternanza scuola-lavoro.

Capita quasi tutti i giorni di sentir parlare di ONG e di volontariato, ma forse non tutti sanno esattamente cosa sono e come operano. Soprattutto non tutti sanno che anche questo settore può costituire un’opportunità di lavoro e di crescita personale. Proprio di questo – e anche di molto altro –  si è parlato venerdì 28 aprile nell’Aula Magna del nostro liceo con Marzia Bianchini, giovane educatrice ed esperta di volontariato internazionale che ha collaborato con alcune associazioni che prestano attività volontaria in diversi paesi europei. All’incontro hanno partecipato, oltre alla 4Bli, le classi 3Bli e 3Dli, che quest’anno hanno iniziato il percorso di alternanza scuola-lavoro, occupandosi proprio di volontariato.

Ma perché fare volontariato? Entrare in questo “mondo” aiuta a conoscere se stessi, a stabilire relazioni costruttive con la propria famiglia e con gli altri, ma non solo. Infatti può essere anche di importante aiuto per entrare più sicuri e padroni di sé nel mondo del lavoro grazie allo stretto contatto con persone nuove e diverse dal un punto di vista culturale, religioso e di storia personale.

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Inoltre, è un’opportunità per acquisire delle competenze “non formali”, le quali stanno diventando sempre più necessarie nel mondo lavorativo e non si riescono ad apprendere nell’ambito scolastico, se non in minima parte. Proprio per questo l’UE ha creato un’autocertificazione (da richiedere dopo aver fatto un’esperienza di volontariato) chiamata: Youth Pass.

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È costituita da otto competenze chiave non-formali: oltre alle competenze che in genere si apprendono a scuola (linguistiche, matematico-scientifiche e tecnologico-informatiche), anche quelle sociali e civiche (farsi coinvolgere, capire le dinamiche intorno a noi) e culturali ed espressive).

Marzia inoltre ci ha segnalato alcune opportunità per sviluppare e sperimentare le nostre possibilità ed elaborare progetti, per esempio il “Servizio civile nazionale” che comprende un anno all’estero o in città italiane ed ha l’obiettivo di promuovere i valori condivisi, salvaguardare il patrimonio, la solidarietà e la cooperazione.

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Essendo un progetto governativo, l’UE si fa carico di tutte le spese di vitto e alloggio.
Poi c’è lo SVE (Servizio Volontario Europeo) un progetto nel quale si ha la possibilità di viaggiare in tutto il mondo per la durata di un minimo di 6 mesi fino ad un massimo di un anno; anche qui tutto spesato e con un mini-stipendio. (www.europa.eu/youth/volunteering/evs-organisation.eu ) Un altro progetto, che è stato solamente presentato ma sarà presto avviato, è l’ESC (Europe Solidarity Corps), il quale si occupa soprattutto di emergenze a causa di catastrofi naturali e soccorso di immigrati.

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Un’altra opzione interessante potrebbero essere i Campi di lavoro internazionali, dove si progettano e attuano lavori in diverse forme utili per la collettività. Dall’esperienza del volontariato, secondo Marzia, ognuno ricava qualcosa di diverso, in base alla propria sensibilità e modo di essere, ma questa resta pur sempre un’occasione per crescere e misurarsi con il mondo in base alle proprie attitudini e capacità. Come diceva A. Einstein “tutti siamo geni. Ma se giudichi un pesce da come si arrampica su una montagna, penserà per tutta la vita di essere uno stupido.” Il primo passo è attivarci e non stare ad aspettare che qualcuno decida per noi.

Chiara Testaguzza e Xiaodan Dong (3BLi)